LA STORIA DI EPIMETEO E PANDORA E' SIMILE A QUELLA DI ADAMO ED EVA?

Il Vaso di Pandora - Waterhouse

Il mito del vaso di Pandora è piuttosto diverso da come vorrebbero far credere certi laicisti. 

Fra l’altro, fino a qualche anno fa, neppure avevo mai letto di un presunto parallelismo con la storia di Adamo ed Eva. Dietro al racconto del suddetto vaso e della donna a cui fu dato in dono, c’è tutta una storia che nulla ha da spartire con la Genesi biblica  e che, guarda caso, i laicisti evitano di menzionare. La mitologia greca racconta che in principio era il caos. Da esso nacquero alcune divinità primordiali quali Gea (la terra) e Urano (il cielo). Dalla loro unione nacquero i titani; il loro padre, Urano, temendo che i figli lo spodestassero dal trono, li gettò nel Tartaro (gli abissi della Terra dove si credeva fosse il regno dei morti). Il più giovane dei titani, Crono, riuscì però a salvarsi grazie al provvidenziale intervento della madre. Vendicò i fratelli liberandoli dal Tartaro (dove imprigionò il padre) e sposò una sorella, Rea, dalla quale ebbe diversi figli. Ogni volta, però, che ne nasceva uno, Crono, per timore che qualcuno di loro potesse un giorno spodestarlo, li mangiava. Quando nacque l’ultimo dei figli, chiamato Zeus, Rea ingannò il marito: fasciò una pietra e la diede a Crono facendogli credere fosse il neonato. Crono la mangiò pensando di essersi sbarazzato anche di tale figlio. Zeus, invece, fu messo in salvo e una volta diventato adulto si appropriò del trono e gettò il padre nel Tartaro (facendogli, fra l’altro, sputare, letteralmente, i fratelli in precedenza mangiati). Da notare che la storia di Crono è perfettamente analoga a quella del padre Urano. 

Entrambi, infatti, si comportarono allo stesso modo: dopo l'ascesa al trono, prima procreavano e poi si sbarazzavano dei figli per paura, appunto, di perdere il potere. Con Zeus, invece, iniziò un nuovo corso. Il figlio di un titano, tale Prometeo, era entrato nelle grazie del cosiddetto “padre degli dei” poiché lo aveva appoggiato nella lotta contro Crono ma Prometeo non provava alcuna simpatia per Zeus visto il modo in cui questo si era comportato con gli altri suoi fratelli. Prometeo fu incaricato di forgiare l’uomo con la terra e il fuoco. Nacquero gli umani: tutti maschi. Un giorno, Prometeo, rubato di nascosto il fuoco agli dei, lo donò agl'uomini. Ciò, però, dispiacque molto a Zeus che vide, a quel punto, negli umani dei pericolosi avversari; si adirò molto sia con Prometeo, che con gli uomini. Esemplare fu la punizione alla quale fu destinato il titano: dopo essere stato incatenato ad una rupe, di giorno un’aquila gli divorava il fegato; il quale, però, ricresceva durante la notte così che il giorno seguente si ripetesse nuovamente il supplizio del giorno prima. Verso gli uomini, invece, che pure non avevano alcuna colpa, Zeus fu addirittura, se possibile, più subdolo, perfido e cattivo. 

Dato che nel mondo non esisteva ancora la donna, Zeus incaricò Efesto di modellare un’immagine umana servendosi di acqua e di argilla che non avesse nulla da invidiare alla bellezza delle dee: tutto ciò, attenzione, per l'infelicità del genere umano. Efesto fu tanto bravo nel modellarla che la donna risultò superiore a ogni elogio possibile e immaginabile. Tutti gli dei furono incaricati da Zeus di riporre in lei dei doni: Atena le donò delle vesti morbide e leggere a significare il candore e fiori per adornare il corpo e una corona d’oro mentre Ermes pose nel suo cuore pensieri malvagi e sulle curve sinuose delle sue labbra, frasi tanto seducenti quanto ingannevoli.  Tale creatura fu chiamata Pandora (dal greco "pan doron" = "tutto dono", Πανδώρα, da πᾶς "tutto" e δῶρον "dono") perché ogni divinità dell'Olimpo le aveva fatto un regalo. 

Tra i doni ricevuti da Pandora vi fu anche la curiosità. Qui la perfidia. Mancava solo il regalo di Zeus che fu “superiore” a tutti gli altri doni. Egli donò alla fanciulla un vaso (il cosiddetto vaso di Pandora), con il divieto di aprirlo, contenente tutti i mali che l’umanità ancora non conosceva: la vecchiaia, la gelosia, la malattia, la pazzia, il vizio, la passione, il sospetto, la fame e così via. Nonostante il divieto di non aprire il vaso, Zeus sapeva e SOPRATTUTTO VOLEVA che la donna lo aprisse. Per questo lei era stata creata e per questo le era stata donata la curiosità: per portare il male tra gli uomini. Pandora, infatti, servì a punire gli umani a seguito della vicenda del fuoco. Quindi Zeus affidò la ragazza a Ermes perché la portasse in dono a Prometeo che però, pensando a un inganno, la rifiutò. Allora Zeus ordinò a Ermes di portarla a Epimeteo, fratello di Prometeo, che appena la vide si innamorò di lei e l’accettò come sua sposa nonostante i moniti del fratello che gli aveva raccomandato di non accettare doni dagli dei. Dopo poco che Pandora era sulla Terra, presa dalla curiosità, aprì il vaso. Da esso veloci corsero come fulmini sulla Terra tutti i castighi che Zeus vi aveva riposto: la malattia, la morte, il dolore, e tanti altri, fino ad allora sconosciuti. L’unico dono buono che Zeus aveva posto nel vaso rimase incastrato sotto il coperchio che subito Pandora aveva chiuso: era l’Elpis, la speranza.

http://www.elicriso.it/it/mitologia_ambiente/primo_uomo_donna/

https://books.google.it/booksid=

Come avrete ben potuto capire, esistono differenze a dir poco abissali tra il racconto biblico e la mitologia greca. La religione cristiana, come anche quella ebraica, crede in un Dio eterno, unico, onnipotente, onnisciente, futuribile, infinitamente buono e perfettissimo. Egli è il creatore di tutte le cose e le ha create perfette e buone. Parte delle schiere angeliche e gli esseri umani caddero per loro colpa e non a causa di Dio. Nella mitologia greca, invece, le divinità primordiali nacquero da un indefinibile caos e dunque, pur essendo immortali, non erano eterne. Tutte le altre divinità, invece, secondo il mito, nacquero alla maniera degl’esseri umani e cioè sessualmente. Apparivano superiori agli umani solo per via dell’immortalità e per il fatto di essere dotati di poteri sovraumani. Per il resto, invece, venivano descritti spesso come viziosi, cattivi, lussuriosi, capricciosi, perfidi, invidiosi e quant’altro; in pratica inperfetti (almeno in ambito morale) come e più degli stessi esseri umani. Lottavano tra di loro per il potere, si sbranavano a vicenda, infliggevano punizioni per capriccio, si rendevano protagonisti di assurde atrocità e, come se non bastesse, seducevano gli esseri umani. Il racconto della creazione dell’uomo, fra l’altro, non spiega realmente il perché Prometeo fu incaricato di forgiare gli umani. Tale racconto sembra messo lì solo per giustificare il perché della loro esistenza. La donna, poi, è creata unicamente per punire gli uomini a causa di una colpa, fra l’altro, non da loro commessa (era stato Prometeo a rubare il fuoco ma questi non era un essere umano bensì, anch’esso, una sorta di divinità; come pure, d'altronde, Epimeteo, fratello di Prometeo e marito di Pandora). Tali idoli, oltre ad essere molteplici e spesso per nulla buoni, non erano neppure onnipotenti e onniscienti. La mitologia greca racconta che Artemide non protesse il tempio di Efeso a lei dedicato (una delle sette meraviglie del mondo antico, andato distrutto da un incendio) poiché la notte del disastro la dea era “troppo impegnata” a presiedere alla nascita di Alessandro Magno (la leggenda vuole, infatti, che Alessandro nacque la stessa notte che fu incendiato il tempio di Artemide a Efeso).